Il soggiorno di Carducci a Caprile.

Caprile ebbe la fortuna e l’onore di poter ospitare, per un breve periodo, uno dei più grandi poeti e scrittori italiani di tutti i tempi, ovvero il premio Nobel Giosuè Carducci. Arrivato nelle Dolomiti per beneficiare di un po’ di quiete e trovare la giusta vena creativa per comporre le sue opere, alloggiò presso l’albergo alle Alpi della signora Nina Callegari. La breve vacanza diede modo al “vate” di poter scoprire le montagne del territorio, dal Civetta al Pelmo passando per la Marmolada.

Così Valgimigli, insigne grecista che decise di ripercorrere gli itinerari carducciani, scrisse cinquant’anni dopo:

“A Caprile giunse il 22 luglio. Ritrovai nel registro la sua bella firma aperta. E c’erano con la sua le firme del conte Bartolomeo Bellati e del dottor Bettino Bellati, ambedue di Feltre, che lo avevano accompagnato. Erano venuti, da Belluno, in una di quelle diligenze a cavalli che a fare i sessanta chilometri avranno messo una giornata intera. La signora Caterina rammentava che come i due signori di Feltre le ebbero presentato e raccomandato e “consegnato”, diceva, il Carducci: accompagnandolo poi costoro a visitare le due stanze una da letto e una da studi, che gli erano state assegnate; e vedendo che nella camera da letto, a una parete, c’erano due quadri, di Vittorio Emanuele II e di Pio IX, e un crocifisso sopra un tavolino; i due le fecero segno e sottovoce le dissero che gli levasse. La signora Caterina, che non aveva obbligo conoscere le idee e tanto meno sottostare ai capricci dei suoi ospiti, benché del Carducci le avessero scritto e detto quale onor suo e dell’albergo era ospitarlo, si ribellò fieramente. Allora il Carducci capì e intervenne: la gli lasci stare, la gli lasci stare dove sono e come sono”.

Durante il suo soggiorno ebbe modo di concludere la sua poesia Davanti San Guido, ma non solo; era solito percorrere a piedi il sentiero che porta fino al paesino di Lagusello, tant’è che oggi questo percorso porta il suo nome. Inoltre aveva coltivato amicizie con la gente del paese, in modo particolare con Edoardo Bosi con il quale si intratteneva a giocare a carte.

Giosuè Carducci a Caprile
Giosuè Carducci a Caprile

 

  • Riferimenti bibliografici: Una Comunità e le sue Bandiere, G. Dal Mas, Tipografia Piave, luglio 2002.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Nicol Rudi ha detto:

    Siamo di passaggio sabato per Digonera – sarebbe interessante avere un piccolo racconto su Digonera e Caprile. È disponibile Signor Cordella?

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    1. Giovanni Cordella ha detto:

      Buongiorno e grazie per aver visitato Caprile nelle Dolomiti. Caprile e Digonera sono due piccoli borghi delle Dolomiti Venete, fungono da confine tra il medio – basso e l’alto Agordino, una vallata attraversata lungo il suo intero percorso dal fiume Cordevole dalle sue sorgenti fino al centro di Agordo. Caprile da sempre si è contraddistinta per un forte legame con il Veneto e in particolar modo con Venezia; a Caprile vi erano i forni fusori dentro i quali venivano forgiate le spade per la Serenissima (tra le quali quelle della battaglia di Lepanto). Venezia si è occupata a più riprese, tramite missioni diplomatiche, per sedare conflitti sul territorio, in genere per dispute di confine, fino ad arrivare ai giorni nostri dove molte persone del luogo sono scese nel capoluogo lagunare per avviare una propria attività (le moltissime calle del becher veneziane: nel nostro dialetto il bechèr è il macellaio). Un paesino che è stato protagonista a suo malgrado della prima guerra mondiale; era sede delle retrovie delle truppe italiane dislocate lungo il Col di Lana, Marmolada e Falzarego; divenne parte dell’impero Austroungarico dopo la disfatta di Caporetto per poi tornare sotto il regno d’Italia (a Pian di Salesei un piccolo paesino limitrofo a Digonera è presente un cimitero militare dive riposano migliaia di vittime del conflitto). Durante il boom economico dei primi anni ’60 a Digonera doveva sorgere un lago artificiale come serbatoio per la produzione di energia idroelettrica; tale progetto fu accantonato e annullato dopo l’immane disastro del Vajont e le proteste fondate della gente del luogo. Oggi Caprile è diventata meta degli amanti dello sci, vista la breve vicinanza che la separa dal compressorio del Civetta e da quello della Marmolada oltre a essere punto di partenza per escursioni estive attorno alle montgne che la circondano. Vive il cronico problema dei paesi di montagna ovvero uno spopolamento sempre più repentino e difficile da frenare. Nei pressi di Saviner, infine, vicino a Digonera, vi è una piccola sorgente di acqua sulfurea che è interessata dal progetto interegg 4 che prevede nei prossimi anni la realizzazione di un centro termale per la cura di malattie cutanee. Spero di esservi stato di aiuto, non mi resta altro che consigliarvi di gustare i prodotti tipici locali!

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      1. Nicol Rudi ha detto:

        Grazie di Cuore per questa risposta! La stamperò e ne parlerò ai “ragazzi” del gruppo quando ci fermeremo a Digonera.
        Chissà che sabato mattina non sia da quelle parti – è invitato ad un aperitivo (passeremo verso le 09.30 / 10.00 di mattina – se il buon Dio vuole 🙂
        Grazie ancora.
        Un caro saluto!
        Nicol

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