Tempesta Vaia, 167 giorni dopo: la triste verità a Caprile.

Sono passati 167 giorni da quando la tempesta Vaia, con tutta il suo impeto, ha colpito la nostra vallata causando enormi danni al nostro territorio, specialmente strade e boschi. Giorni in cui abbiamo sperimentato cosa significa vivere senza luce, corrente elettrica e informazioni, in alcuni casi addirittura senza acqua. In 167 giorni ne abbiamo visto delle belle: un via e vai di politici che hanno promesso fiumi di denaro, la finta compassione di molti, le promesse di aiuti concreti, ma anche l’aiuto di tanti a cui va il nostro eterno grazie per il grande sacrificio, un debito morale che non saremmo mai in grado di estinguere.

Dopo 167 giorni, giustamente spazientiti, siamo qui a porci tutti la stessa domanda: si vuole iniziare concretamente a metter mano al territorio?

Lungo il corso del fiume Cordevole si assiste atterriti a uno spettacolo indegno: sacchetti di plastica, rifiuti di ogni genere, legname, mi chiedo come si possa pensare di ripopolare la fauna ittica in queste condizioni con un altissimo rischio di inquinamento ambientale.

Ci sono due frane a Caprile, sotto gli occhi di tutti, che destano preoccupazione alla cittadinanza, ma che non sono state oggetto di interventi in 167 giorni. Una di queste si trova al di sopra di una strada statale che collega il medio Agordino con le zone dell’alto Agordino; non è detto che il fronte franoso possa mettersi in movimento causando interruzioni sulla strada statale sottostante.

Il lago di Alleghe è ridotto a una pozzanghera di fango, specialmente in località Vallazza; la stagione peschiva è alle porte e anche il turismo estivo potrebbe risentirne (in dubbio anche l’organizzazione delle Barche illuminate ).

Lago di Alleghe fronte Sporthotel Europa
Il lago di Alleghe ha tracimato e riversato su tutto il lungolago legname e melma (foto 31 ottobre 2018)

Tutto questo ci porta a una semplice constatazione, che la tempesta Vaia ha solo reso più chiaro: il nostro territorio è troppo delicato, merita più attenzione da parte di tutti (a cominciare da noi che lo abitiamo) e servono interventi concreti. Il rischio idrogeologico non diminuisce solo perchè si approva un decreto legge o perchè un politico mette due frasi in croce durante un comizio elettorale. Si diminuisce intervenendo sui pendii franosi, mettendoli in sicurezza, avvalendosi degli avanzati strumenti che le geotecnica moderna ci mette a disposizione. Bisogna costruire robusti argini lungo le sponde dei fiumi e procedere con una periodica pulizia dei loro alvei. Capire che gli alberi devono crescere nel bosco e non a venti metri da una casa (i boschi non devono diventare paesi e i paesi non devono diventare boschi).

Scrivo, perchè dopo 167 giorni ho visto troppo poco movimento da parte di chi di dovere, almeno nei fatti. Non vorrei che tra 167 giorni la situazione fosse uguale, infierendo un altro duro colpo verso una montagna profondamente malata e sola.

 

 

 

20181104_143021
Caprile, novembre 2018, i danni causati dalla tempesta Vaia.

Un commento Aggiungi il tuo

  1. agostino pajer ha detto:

    Cara Caprile e cari tutti, dalle disgrazie siete sempre rinati più forti e più belli di prima: auguri.

    "Mi piace"

Lascia un commento