Il più grande problema che dovettero affrontare i paesi della conca Agordina dalla seconda metà dell’800 fino agli inizi del ‘900 fu il fuoco. Fedele alleato nella quotidianità, si rivelò una tremenda piaga visto il divampare di numerosi incendi in tutti quei paesini isolati costituiti da case e tabià realizzati interamente in legno, dotati di carenti mezzi antincendio per porvi rimedio tempestivamente. Uno di questi scoppiò la notte del 20 settembre 1895 proprio all’interno di un tabià di Caprile.
La sua rapida diffusione e l’insufficiente organizzazione della popolazione nel contrastare un evento di simile portata, causò una profonda cicatrice sul volto del paese, distruggendo intere sue parti e radendolo quasi completamente al suolo. L’incendio venne circoscritto la sera stessa e il giorno seguente domato anche grazie al prezioso contributo delle popolazioni vicine, meglio equipaggiate, che intervennero con pompe e quant’altro per porre fine all’evento.
L’incendio causò 200000 lire di danni, un morto e molti feriti. Ma soprattutto privò ben 47 famiglie di un tetto sotto al quale coricarsi. Ma la macchina della solidarietà, prezioso e fondamentale caposaldo di una società, anche all’ora si mise in moto e portò esattamente a Caprile le seguenti donazioni: 47 lire da Nina Callegari, 33 lire da Florio Pra, 2000 lire dal sen.Roberto Paganini, 500 lire dalla moglie Elena Paganini Ruspoli, 50 lire alla parrocchia di Alleghe, 113 lire dalla Associazione inglese in Cortina, 200 lire dalla sezione agordina del Cai, 1163 lire dalla sezione centrale del Cai, 150 lire dalla sezione di Berlino dell’Alpen Verein, 26 lire da lord Tuckett di Bristol ¹ .
1 – rif. bibliografici Caprile, storia di un paese di G. Dal Mas