Le Dolomiti, con i loro scorci mozzafiato e le sfumature di colori cui si vestono durante le prime ore del giorno, rappresentano uno degli spettacoli della natura che tutto il mondo ci invidia. Una bellezza però fragile, visto che la dolomia è una roccia molto sensibile all’azione degli agenti atmosferici, specialmente per ciò che riguarda il processo di disgregazione della roccia dovuto al fenomeno del gelo e disgelo. È doveroso sottolineare che la frana avvenuta a Caprile non ha interessato una formazione rocciosa composta da dolomia, ma più in generale appartiene al fenomeno del dissesto idrogeologico, che tanto preoccupa questi territori.
Il bus del diaol. Un nome che a primo acchito può indurre terrore, ma non vi è nulla legato a riti pagani o leggende che narrano del diavolo. Era semplicemente una voragine formatasi dal distaccamento di un torrione dalla parete che gradualmente aveva generato questa fessura molto profonda che veniva chiamata simpaticamente dagli abitanti di Caprile “Il bus del diaol”. Un distacco avvenuto in poco più di un secolo tant’è se si chiede agli abitanti più maturi potranno confermare che una volta si poteva saltare da una parte all’altra.
Il 3 giugno 2006, il sopracitato torrione, dopo anni trascorsi a guardare dall’alto verso il basso l’intero paese decise di venire giù, invadendo la strada sottostante miracolosamente non transitata da nessun veicolo dato che il distaccamento avvenne durante la notte. Migliaia di metri cubi di roccia invasero la strada sottostante causando la sua chiusura.
Iniziarono quindi i lavori di messa in sicurezza a cominciare dalla demolizione completa del torrione (avvenuta utilizzando cariche micro ritardate) una cui parte pendeva minacciosamente. I lavori si conclusero con la realizzazione di una variante stradale in modo da far passare il tracciato più distante possibile dalla parete rocciosa evitando possibili incidenti futuri.