Poche settimane fa si è celebrato il 4 novembre, la giornata della Vittoria, anche se dovrebbe essere rinominata giornata della Memoria. Memoria per non dimenticare ciò che questi territori hanno patito, le ferite che hanno impiegato anni a rimarginarsi e quelle più profonde, che solo il tempo ha mitigato. Ma come sempre fatti ed eventi tragici nella loro drammaticità vengono accompagnati da testimonianze, foto nello specifico, regalate dall’amico Gianni che ci permettono il lusso di voltare la testa e gettare lo sguardo a un secolo fa’. Il trambusto, le colonne di militari che avanzavano verso il vicino fronte, lo spostamento di armi e viveri, momenti indelebili che hanno scandito e disturbato la quiete di queste montagne e la vita dei suoi abitanti.
Un secolo è trascorso. Il 1917, un anno drammatico per i nostri paesi, è da sempre ricordato come l’an de la fam; oltre a subire gli effetti tragici della ritirata e l’occupazione Austroungarica, si dovette fare i conti infatti con una terribile ondata di carestia che mise in ginocchio l’intera cittadinanza.
Oggi fortunatamente, de l’an de la fam, resta solo il vivace e pungente modo di dire: l’è pi burt del’an de la fam (trad. è più brutto dell’anno della fame).

