I forni fusori di Caprile.

L’alto Agordino, dal 1200 al 1700, è stato un importante centro di attività estrattiva mineraria, come testimoniato dalle miniere del Fursil situate nel comune di Colle Santa Lucia.

Collocate proprio a ridosso del confine tra l’arcivescovado di Bressanone, il Cadore e la Repubblica veneta esse hanno rappresentato per un lungo periodo motivo di scontro fra questi territori dato l’elevato appeal economico che generavano.

La diatriba sulla loro proprietà di risolse nel 1535 quando passarono definitivamente sotto il controllo del Vescovo di Bressanone. In queste miniere veniva estratta siderite di ottima qualità1 , che ben si prestava a forgiare utensileria e armi senza provocare ruggine.

Il minerale estratto doveva poi essere lavorato tramite l’ausilio di forni fusori situati in varie località, dalla Val di Zoldo ad Andraz, passando per Selva di Cadore e in Valparola.

Sei di questi forni erano collocati a Caprile, di cui due appartenevano al vescovo di Bressanone e quattro alla repubblica veneta.

La Strada del Fer.

Il minerale veniva trasportato a Caprile sul dorso di un mulo o in slitta nei rigidi mesi invernali, percorrendo la cosiddetta “Strada del Fer” che scende dal maso di Rovei e Pian di Sala; le spese di manutenzione della strada erano a carico degli abitanti di Caprile.

Una parte del ferro veniva lavorata direttamente a Caprile mentre un’altra parte veniva portata ad Alleghe dove i mastri fabbri si erano specializzati nella produzione di armi, forbici, rasoi, ferri chirurgici e posateria2 .

Fabbri mostrano le loro creazioni a una delegazione veneziana.

Le miniere cessarono la loro attività nel 1775 a causa dei prezzi concorrenziali del ferro della Stiria e della Carinzia oltre al fatto che risultava più proficuo commerciare il legname anziché utilizzarlo come combustibile nei forni, a cascata dovettero quindi chiudere anche i forni, tre anni più tardi, privati della materia prima.

 

 

1 – D. Giordano, Dolomiti di Cristallo, Grafiche Antiga,  2008.

2- G. Dal Mas, una comunità e le sue bandiere, tipografia Piave, 2002.

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